Bsa – Triumph Parenti Serpenti
Edward Turner (il capo assoluto della Triumph) un giorno la definirà “Il più grande degli errori commessi”: il matrimonio tra le arci-rivali BSA e Triumph che viene nel 1951. Per la precisione è la BSA che acquisisce la Triumph al prezzo di 2.45 milioni di sterline. I due marchi proseguono la rispettiva produzione come in precedenza e resta una forte rivalità sia sul mercato delle stradali sia nelle competizioni. Mai i clienti dell’una sarebbero disposti a diventare clienti dell’altra. Sono diverse anche le strategie aziendali: alla Triumph si preferisce puntare sui fornitori esterni, in BSA ci si fa vanto di produrre tutto internamente. Incredibilmente non avviene alcuna integrazione produttiva. Solo alla fine degli anni ’60, quando i bilanci sono ormai disastrosi, viene unificata la produzione delle maxi 750 a 3 cilindri: la Trident della Triumph e la Rocket 3 della BSA. Ma ormai è troppo Tardi.
Il periodo delle fusioni in Inghilterra parte agli inizi degli anni ’30 sino ai primi anni’70 portando alla formazione di due grandi poli industriali. Uno legato al marchio Matchless l’altra capitanata dal gruppo BSA. Inizia la Matchless nata nel 1902 che ingloba nel 1931 l’ASJ, poi nel 1947 la Francis Barnet e nel giro di tre anni la James (’50) e Norton (‘52 ). Non è da meno la BSA, nata nel 1906, che nel ’39 acquisisce Sunbeam, poi la New Hudson (’43), e la Ariel (’44). Poi il colpaccio: ingloba nel 1951 anche la rivale Triumph.
Queste operazioni non giunsero ai risultati sperati, tanto da portare i due colossi a rimanere alla fine con un solo marchio a testa, incredibilmente neppure con il nome originario: il gruppo Matchless si riduce alla sola Norton, il gruppo BSA resta con la sola Triumph. Ma neppure questa dolorosa soluzione sarà sufficiente, con gli anni ’70 si chiude per entrambe il sipario.
E dopo? La storia si fa avvincente!!
alla prossima puntata!