Thunderbird: le impressioni della prima arrivata nella nostra community
E di Legend78, un nostro amico del forum, la prima Thunderbird arrivata nella nostra comunity. Già possessore Triumph, chiediamo a lui le impressioni ricevute da questo nuovo prodottto su cui la casa di Hinckley ha riposto molte aspettive:
Che impressioni ti ha fatto prima a prima vista? Cosa ti sembra che abbia catturato per prima l’occhio, ciò che esteticamente ti attira e se eventualmente qualcosa la cambieresti. Impressioni da fermo
Al primo colpo d’occhio ero catturato, dalle anticipazioni delle riviste di settore e dalle immagini rubate ai saloni espositivi, dalle dimensioni che parevano importanti; sicuramente ero traviato dalla conoscenza della Roket3. Una moto con una bella impostazione scenica.
Le dimensioni portavano con se i primi dubbi, il motore troppo grosso, troppo bicilindrico e con quei vuoti attorno ai cilindri; una grossa consolazione arrivava dal raffreddamento a liquido, che da sempre a significato maggiore resitenza ai miei occhi.
Nei dettagli speravo nella discreta cura che conoscevo con le mie Legend e Speedtriple del ’99, insomma che ci fosse del sano metallo al posto della plastica, che la moto avesse un peso giustificato e che la rendesse solida.
Intanto sognavo la guida, che fosse fluida come quella da me apprezzata sulla Legend, con un bel tocco cattivo dal grosso “pompone” in potenza che adoravo nei cavalli in più della Speed.
Fin dall’inizio non pretendevo che venisse meno lo stile di guida alla base della Triumph, ovvero morbide ma che non tradiscono in curva, ma all’occorrenza con grinta e carattere dei loro motori, pronte a scattare.
Arriva poi l’occasione di provarla, sono i giorni del Triumph-Day a Varano, appena fuori dell’autodromo un mondo di strade fatte per provarla a dovere!
Dal vivo e con la possibilità di mettersi al posto di guida, rimango stupito da come lo sviluppo delle forme sia verso un allungamento delle linee, un baricentro basso, come è pure bassa la luce a terra. La moto si sviluppa in lunghezza; la ruota anteriore stenta la linea dei suoi raggi in alluminio dietro i mastodontici doppi dischi freno flottanti, che montano pinze quattro pistoncini Nissin, sinceramente danno una bella sensazione di sicurezza. Il serbatoio da vera cruiser è da ben 22 litri circa pare pure troppo, pensando ad eventuali consumi, resta ben in mostra nonostante sotto si celi la massa importante del motore, che con quei carter cromati in contrasto col basamento nero non può che farti sospirare.
Forche e piastre di sterzo all’anteriore luccicano, devono farlo sono il vero contrasto con un retrotreno, che a partire da una sella pilota molto ben raccordata al serbatoio, pare sia scolpito in un unico blocco; la gomma da 200 sta molto comoda in un canale da 6 che rende il possente cerchio da 17 racchiuso da un incredibile disco da 310, con pinza brembo e una corona della cinchia un opera d’arte, la prima volta che vedevo di serie una tale cura in quella che poi molti considerano una custom.
Cosa cambiare ad occhio? non facile a dirsi la moto si presta ad essere davvero personalizzata in molte direzioni.
La corona, se cromata rende davvero pregievole il suo essere ricavata dal pieno, il grigio spazzolato di serie la nasconde.
Il cluscotto degli indicatori e luci, alloggiato come per altri modelli del settore in una fascia sul serbatoio sofre a mio avviso un pò la colorazione neutra della retro illuminazione e l’inclinazione, che la rendono non pienamente usufruibile, rispetto sempre a persone sopra il metro e ottanta.
Il posto di guida risulta di facile accesso, grazie alla sella bassisima, le pedane avanzate invece servono a catapultarti nella fisionomia di guida degna di una custom, dove il manubrio con le manopole enormi ti avverte di stare attaccato.
Una volta in sella ti chiedi subito come fare a guidarla, la sua lunghezza si avverte, il baricentro basso ti aiuta nell’ equilibrio per le manovre a fermo; non ti resat che accenderla; la chiave sotto la sella sulla destra ti riporta subito alla mente che non si tratta di moto scarna da salone, al momento in cui la giri scatta il ronzio della pompa nel serbatoio, i display che si resettano, è la presenza dell’ inniezione.
Pigiare la frizione, sfiorare il pulsante dello starter ed hai il motore elettrico che si riscalda, si prepara, qui la nostalgia mi assale nei confronti del Legend, l’ orecchio avverte un anomalia, sono il catalizzatore e gli scarichi omologati che chiudono il quadro.
Un errore imperdonabile criticare subito così questo nuovo motore, anche da fermo al momento di saggiarne l’acceleratore capisci dal suono cupo e dalle vibrazioni, qui più simili allo scuotere tipico dei bicilindri, che ci sono delle sorprese che ti aspettano.
Levo il cavalletto mi guardo attorno, esco dall’autodromo e svolto a sinistra, la strada sale subito coi dei bei curvoni, uno a sinistra, breve rettilineo metto la moto in terza marcia, curva chiusa subito a destra scalo, e qui errore mi rendo conto che il motore non ne ha bisogno, è forte ed elastico, rammento il commento fatto da un giornalista su sei marcie due sono superflue; rimetto la terza e proseguo senza cambiare, le cuve fanno si che al quinto spostamento del busto per un cambio di direzione ho già grattato in terra le pedane. Mi fermo allora a guardarmi indietro, cavolo quanto sono salito in alto, senza accorgemene guidando in scioltezza ho fatto ben più delle curve che pensavo o meglio mi ricordavo solo di quelle più belle.
Le mie aspettative sono state frantumate, non si è trattato di una moto complicata, il disagio iniziale era dato solo dalla nuova posizione di guida dall’emozione di provare l’oggetto dei miei desideri, poi tutto è stato immediato, la frenata è potente quella al posteriore forse poco modulabile, ma la modulabità del motore e della torsione del telaio rendono tutto incredibile; da moto di questo impatto visivo ti aspetti di dover guidare in modo distaccato, pronto ad intervenire alle pecche di telaio e freni, quando poi non devi anticipare con le cambiate le tue richieste di potenza.
Tornando indietro apprezzo ancora di più il passo lungo e stabile della moto la possibilità di avere al postariore un buon supporto da freno motore e dal generoso disco, le forcelle Showa sono ottime nonostante come da tradizione inglese morbide, ma che non arrivano a pacco.
La prova successiva di ben 2000km durante le ferie d’estate, mi hanno fatto apprezzare un motore che spinge bene, che già a 120 km/h ti si presenta con una riserva incredibile di uso, sei a soli 2500 giri/min su quasi 6000 a disposizione, in citta o paese giri tranquillo in 3° marcia prodigio anche della cinghia, che ti permette scattare meglio sui cambi di regime del motore richiesti dal traffico.
Il motore atipico, visto il suo essere frontemarcia soffre un pò il catalizzatore attorno ai 3000 giri/minuto, cosa tra l’altro veertibile solo se lo impegna quasi come in pista, dato che fare quei giri in sesta vuol dire stare verso i 150km/h, od in quarta a 120.
I consumi sono stati sempre ottimi, addirittura sfiorati i 22 km/l stando attento ai limiti del codice ed a non abusare del cambio.
In viagio in due, si fa apprezzare ancora una volta il passo lungo, le buche scorrono bene, nonostante non abbia mai cambiato impostazione del precarico degli ammortizatori posteriori nel precarico, non abbiamo mai avvertito il disagio del fine corsa; l’anteriore nn tende ad alleggierirsi troppo neanche sopra i 150 km/h, ad essere sinceri neanche alla soglia dei 200.
Nel traffico di tutti i giorni fastidio lo si riceve solo dal calore smosso dalla ventola quando entra in funzione.
L’ altezza da terra preoccupa e non poco i più critici, ma al momento e dopo un totale di 3000km percorsi in totale con questo modello, non ho mai avvertito che la moto ne avesse a soffrire, certamente non mi sono cimentato in una pista da cross, ma non ho mancato di percorrere strade fatiscenti e sterrati in terra battuta.
Alla domanda se mi trovo soddisfatto dell’acquisto in funzione dello sforzo economico, posso solo aggiungere che grazie alla disponibilità di ben 100 accessori più della fantasia a mia disposizione per altre piccole personalizzazioni, il primo migliaio di km e i quindici giorno dal ritiro dalla concessionaria sono stati belli, ma mai fantastici come quanto toccherò i 100000 km con questa moto!
Io non posso che consigliarla a chi come me adora non solo le curve, ma le migliaia di curve e rettilinei che uno può sempre sognare di percorrere, è una moto per viaggiare, ma attenzione non disdegna per nulla anche le sgassate in pieno stile biker!
ehehehe di tempo da quando scrissi le mie prime impressioni non ne è poi passato molto, 5 mesi scarsi ma sono i km che sono trascorsi, siamo alla soglia del tagliando dei 10000km!
nel frattempo altri l’hanno potuta avere, provare e poi molti di più nelle mie girate vedere in azione; la cortesia come mi ha confessato un amico all’inizio gli ha fatto dire bella, mentiva la moto esce dagli schemi a cui siamo abituati a fare riferimento, ma conquista ed adesso è proprio lui, il mio amico dopo averla provata a pensare di cambiarla.
Non posso che ringraziare la mia testardagine, la Triumph e la mia famiglia per questa continua passione!
Caro Legend78, dopo aver visto le immagini della tua Thunderbird l’ho comprata anch’io! L’ho fatta diventare praticamente uguale alla tua. E’ la moto più bellla che ci sia sul mercato nella sua gamma, ovunque vado me l’ammirano, mi chiedono, la guardano…..!!!!!! Non solo, PENSO SIA IMPORANTE DIRE che la Thunderbird è versatile quanto una naked, io la piego al limite, la moto non si sposta, è vero le pedaline zuccano ma si fanno delle belle pieghe e NON TRADISCE MAI. Triumph è veramente una ditta che lavora bene, ha una storia alle spalle, l’accuratezza delle finiture, del carattere vintage ma con una tecnologia moderna, sono entrato a far parte di questa famiglia inglese e non la lascio più. CONSIGLIO A TUTTI LA THUNDERBIRD, vi sorprenderà!!!!!!!!!!!!