Prova su strada della Triumph Scrambler 2010 by TCP

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Tra le moto della gamma Triumph che mi hanno sempre attratto la Scrambler è di quelle ai primi posti: pur guidando una naked sportiva come la Speed ogni volta che ho visto una foto sul web o ho avuto l’ occasione di vederne una in mezzo al traffico cittadino mi sono sempre scoperto a pensare “Cavoli, che bella!”.

L’ occasione di provarla è arrivata però solo qualche giorno fa, quando portando la modo a fare un controllino dall’ amico Marco Gadani della concessionaria Triumph di Pesaro GADANI 2, che gentilmente mi ha proposto di tenerla per un paio di giorni mentre il meccanico faceva i lavori richiesti: potevo mai rifiutare? L’ occasione era perfetta anche per realizzare questa prova su strada (e non) quindi direi proprio di no…

LINEA: La Scrambler in questione è una 2010: la moto è di colore nero, colore che non mi fa impazzire sulle moto, ma che le dona un fascino particolare grazie probabilmente al grande contrasto delle superfici scure (carrozzeria, motore ecc ecc) con le tantissime parti cromate e lucide, che le dona una grande eleganza.

La linea della moto è rimasta pressoché immutata dal suo debutto, salvo piccoli cambiamenti, quindi non mi soffermerò troppo sulla descrizione della sua linea: a caratterizzarla moltissimo sono però i cerchi a raggi e le gomme tassellate, che insieme al manubrio alto e largo, e allo scarico alto e lungo le danno il look tutto terreno che tanto piace.

POSIZIONE DI GUIDA: Dopo averla rimirata in ogni suo lato ed esserle girato attorno per 10 minuti è ora di salirci: il primo impatto è davvero particolare, perché la moto è abbastanza alta e visto che la sella è parecchio larga fatico quasi a toccare per terra con i miei 180 cm di altezza.

Lo scarico che scorre alto sulla parte destra non aiuta in questo senso, visto che obbliga ad allargare la gamba destra, ma ci si abitua in pochi minuti. La cosa che colpisce di più è sicuramente la dimensione del manubrio, alto e largo come mai mi era capitato di vedere prima su una moto: l’ effetto estetico è comunque molto gradevole, e la favorevole leva che permette contribuisce a far sembrare la moto ancora più agile, anche se io avrei preferito leggermente più chiuso verso il guidatore.

Le pedane sono morbide e in posizione molto comoda e con la sella e il manubrio permettono una posizione di guida eretta e molto naturale e rilassata. L’ inizio è molto buono quindi!

Giro la chiave e un po’ rimango deluso: la strumentazione, di suo già parecchio moderna in questa edizione 2010 per via del contachilometri digitale, addirittura effettua un check! Le lancette fanno tutta la corsa da sinistra a destra, e tutte le spie si accendono. L’ operazione è perfetta su una sportiva, ma è meno in linea con una moto ispirata al passato come la Scrambler. Il tutto poi è accompagnato da fischi, ronzii e sibili, rumori che ci ricordano (purtroppo) che siamo su una moto ad iniezione elettronica. Pazienza, faccio spallucce accettando l’ inarrestabile avanzare della tecnologia moderna, giro la chiave, tiro la frizione e spingo il tasto di avvio.

MOTORE: Il motore si avvia con prontezza: il bicilindrico parallelo gira rotondo e senza incertezze. Purtroppo la moto in questione ha lo scarico originale, quindi non regala particolari emozioni a livello di sound: peccato, perché la particolare fasatura dell’ albero motore( il manovellismo è a 270°) regala al motore che normalmente equipaggia la Bonneville un sound quasi da monocilindrico, aumentando la sensazione di essere su una moto da enduro. Chissà che botte con uno scarico aperto!

Ingrano la prima con un sonoro “CLOCK” e mi muovo: nonostante non l’ abbia mai guidata in precedenza e sia abituato all’ impostazione della Speed questa Scrambler mi sembra mia da sempre! E’ facile da guidare e i comandi sono morbidi, dolci e assecondano ogni mio desiderio. Mi immetto nell’ intenso traffico cittadino: la sensazione è di guidare una bicicletta! Il cambio non è rapidissimo negli innesti, ma è abbastanza preciso, tanto che mi viene naturale usarlo senza frizione per passare alle marce superiori senza alcuna protesta da parte sua.

La risposta al comando del gas è buona: grazie alla coppia del motore da 865 cc la Scrambler riprende bene in qualsiasi marcia, nonostante sia dotata di poco più di 50 cv (per la precisione 59CV a 6.800 giri). Come succede in moltissime moto ad iniezione elettronica purtroppo si fa notare un leggero effetto on/off, che infastidisce un po’ nell’ apri e chiudi della guida rilassata, ma si tratta davvero di un piccolo difetto, probabilmente correggibile. Purtroppo la moto ha solo 57 km, quindi essendo in rodaggio non le posso “tirare un po’ il collo” per verificare quanto spinga il motore, ma sono certo che utilizzarlo ai regimi medi godendosi la coppia sia la cosa migliore.

CICLISTICA La Scrambler è tutto sommato una moto tranquilla, da passeggio, con la quale ci si può togliere qualche soddisfazione nel fuoristrada leggero (niente piste da cross per intenderci…). Detto questo è ovvio che la sua ciclistica sia “paciosa”: le sospensioni devono andare bene in varie situazioni (strada e non) garantire un buon assorbimento delle asperità e un buon confort, quindi è ovvio che la scelta di Triumph sia caduta su componenti morbide.

Nel caso della forcella in particolare alcuni amici lamentano la sua marcata morbidezza, ma personalmente non ritengo sia eccessiva: per chi proprio non ci si trova ci sono comunque ottime soluzioni aftermarket… Buoni gli ammortizzatori posteriori, che, almeno usando la moto da soli, non prestano il fianco a grosse critiche. La luce a terra è buona, anche per via degli scarichi alti (bellissimi!).

Un discorso a parte meritano le gomme tassellate: ottime sugli sterrati (il grip è sempre buono, sia su fondi sabbiosi che sassosi) sull’ asfalto lasciano un po’ perplessi. Non che si pretenda di fare le pieghe con il ginocchio a terra con una moto del genere, ma psicologicamente il fatto di sapere che si hanno coperture non stradali a me infonde poca fiducia nella guida su strada. Probabilmente le mie paure sono infondate, ma mi è parso di sentire una certa deriva dei tacchetti nelle curve più allegre, e un grip non eccezionale, ma forse era solo frutto della mia suggestione. Davvero singolare è il rumore di rotolamento che fanno alle velocità più allegre!

FRENI: La Scrambler è dotata di un freno a disco singolo da 310mm accoppiato a una pinza Nissin a 2 pistoncini assiale che lavorando con una pompa anche essa assiale offre una frenata dolce e modulabile, non particolarmente potente: meglio così comunque, visto che il grip della gomma anteriore non è eccellente, e non è certo aiutata dalla morbidezza della forcella. Al posteriore invece la moto frena molto bene, con una tendenza al bloccaggio abbastanza accentuata: il disco in questo caso è da 255mm.

Tutto sommato però la moto è ben frenata, soprattutto se si pensa che le sue prestazioni velocistiche e la sua impostazione non portano certo a raggiungere velocità elevate. L’unico appunto che si può fare è relativo al design del disco anteriore: essendo una moto ispirata al passato il disegno in questa versine mi pare unpò troppo da moto custom, ma la cosa è soggettiva.

STRUMENTAZIONE: Sulla strumentazione abbiamo già detto molto: esteticamente è molto gradevole, grazie al contrasto tra il nero dello sfondo e del supporto strumenti con le finiture cromate. Molto belle anche le lancette illuminate, e la grafica di ispirazione Cafè Racer. Forse la scala del contagiri è un po’ esagerata: la zona rossa a 8’000 giri mi sembra un po’ eccessiva vista l’ erogazione del motore che privilegia i medi regimi.

SU STRADA Ho avuto modo di provare la Scrambler su vari tipi di strade e anche su un piccolo sterrato: come ho già detto la moto è molto facile, equilibrata e “leggera”. Nel traffico sguscia via come uno scooterone (senza offesa!) schivando le auto come birilli, nelle strade guidate da comunque molte soddisfazioni per il suo equilibrio generale perdendo un po’ di efficacia solo nelle strade più veloci e tecniche (per le quali non è stata pensata in effetti…): in particolare in autostrada la posizione di guida eretta, il manubrio alto e la reattività della moto generano una tendenza al dondolamento che infonde poca sicurezza, senza però sconfinare mai in vera instabilità.

Il plus di questa Triumph è che può permettersi anche di “sporcarsi le ruote”: sarà il suo look, saranno le ruote tassellate e la luce da terra, ma quando si intravede una strada bianca o un sentiero il richiamo è irresistibile! Certo, non si possono fare grandi cose, ma comunque la versatilità in questo senso è maggiore rispetto alle moto tradizionali: come vedete io ci sono andato anche a spiaggia, sulla sabbia, senza particolari problemi.

L’unico difetto vero, secondo me, è dato dalla presenza dello scarico sulla parte alta del lato destro della moto: bellissimo esteticamente purtroppo obbliga a convivere con il suo importante ingombro e soprattutto con il calore sprigionato, solo marginalmente abbattuto dalla paratia metallica che tocca sempre il polpaccio e il ginocchio. Probabilmente una tabella porta numero in vtr risolverebbe la cosa, quindi niente di non superabile.

In definitiva la Triumph Scrambler è una ottima moto che permette di divertirsi in varie situazioni: piccole o medie gite, uscite in coppia, aperitivi sul lungomare, niente le riesce male (anche veri viaggi, per i più temerari)ma al di là di tutto questo c’è da dire che la moto è straordinariamente bella ed originale, una di quelle moto dallo stile magnetico che quando si è fermi al semaforo mette al centro dell’ attenzione il suo possessore. Certo, non piace a tutti, è talmente particolare in ogni suo aspetto che o la si ama o la si odia, ma sono certo che sono molte di più le persone che la amano rispetto a quelle che la odiano, come sembra testimoniare la dichiarazione murale qui sotto…

Brava Triumph, hai fatto centro ancora una volta facendo rivivere un vero mito del passato!

Marco Manila, per Triumphchepassione – TCP

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